Se hai a disposizione solo 72 ore a Barcellona, sappi che con il giusto itinerario riuscirai a scoprire il meglio che questa città può offrire, niente paura!
Barcellona è una grande metropoli spagnola e almeno una volta nella vita andrebbe visitata per lasciarsi conquistare dal suo unico mix di architettura, natura e vibes spagnole.
Noi ci siamo stati a fine Febbraio 2025, sfortunatamente abbiamo trovato un clima grigio e ventoso, ma questo non ci ha scoraggiato nel scoprire tutte le principali attrazioni di Barcellona in 72 ore.
Nelle prossime righe ti porteremo con noi alla scoperta dei quartieri più iconici, dei monumenti più famosi e ti daremo anche tutte le informazioni per replicare questo itinerario di 3 giorni a Barcellona.
Giorno 1: prendiamo confidenza con Barcellona
Plaza Catalunya
Il nostro itinerario di 3 giorni a Barcellona parte da Plaza Catalunya (Plaça de Catalunya in catalano).

Questa piazza è il cuore pulsante di Barcellona: è ampia e collega il centro storico con la parte più moderna della città.
Non solo, ma è uno dei punti di riferimento principali per turisti e locali, grazie alla sua posizione strategica e dalla vivace atmosfera.
Murales del bacio
Da qui seguiamo google maps finchè non arriviamo in Plaza d’Isidre Nonel, nel quartire gotico, vicino alla cattedrale di Barcellona.
Qui si trova il murales del bacio, conosciuto anche come “The World Begins With Every Kiss” o in spagnolo “El Món Neix en Cada Besada”.

Ovvero un murales che se guardato da lontano mostra l’incontro tra due labbra durante un bacio, ma se visto da vicino si possono notare immagini di persone nella loro vita privata.
Quest’opera è stata realizzata nel 2014 su iniziativa del giornale “El Periodico” che ha chiesto ai suoi lettori d’inviare fotografie che rappresentano per loro la libertà.
Così fu realizzato questo murales di 8×3,8 metri su progetto di Juan Funcuberta con il fine di ricordare la caduta di Barcellona durante la guerra di successione spagnola.
Ad oggi questo murales è molto famoso e conosciuto sui social.
Infatti, mentre ci siamo fermati un attimo ad osservarlo, abbiamo notato che arrivavano turisti di tutte le nazionalità per fotografarsi.
Arc de Trionf
Da qui, ci siamo avvicinati all’hotel e siamo passati dall’Arc de Trionf costruito nel 1888 con mattoni rossi, in classico stile moresco su progetto dell’architetto Josep Vilaseca i Casanovas.

Venne realizzato in occasione dell’Esposizione Universale di quell’anno, ma oggi segna semplicemente il confine tra la parte vecchia e quella moderna di Barcellona.
Rambla
Fatta una piccola sosta in hotel, siamo tornati sui nostri passi fino in Plaza Catalunya per dirigerci verso la famosa Rambla.

La via de Las Ramblas, si chiama proprio così perchè e suddivisa in cinque sezioni ed è una delle vie più famose ed iconiche della città che devi assolutamente includere nel tuo itinerario di 72 ore a Barcellona.
Essendo la via più famosa della città ti consigliamo di visitarla o alla mattina presto o alla sera tardi per evitare la confusione dei turisti, ma presta comunque attenzione ai borseggiatori.
Cosa vedere sulla Rambla?
Mentre cammini con il naso all’insù lungo questa via presta attenzione alla Font de Canaletes: si trova all’inizio della via e si dice che chi beve la sua acqua tornerà sicuramente a Barcellona.

Continua a camminare lungo la via, finchè non troverai sul tuo percorso un grosso murales a terra: è il Mosaico di Miró incastonato proprio per terra e spesso ignorato dai turisti più distratti.


Il mosaico è una celebrazione dello spirito creativo della città e presenta i colori e i motivi tipici di Mirò; divertiti a cercare la mattonella firmata dall’autore stesso.
Accanto al mosaico, al civico 82, si trova Casa Bruno Cuadros conosciuta anche come la casa degli ombrelli, progettata dall’architetto catalano Josep Vilaseca i Casanovas.

Anche se ad oggi questa opera architettonica ospita una banca, rimane una delle maggiori attrazioni della Rambla per via della sua facciata dallo stile eclettico.
Ventagli, ombrelli, xilografie giapponesi e un drago cinese in ferro battuto che sporge da un angolo della casa mentre regge una lanterna richiamano ammiratori da tutto il mondo.
Continua a camminare fino in fondo alla Rambla fino ad arrivare al Mirador di Cristoforo Colombo, ovvero una statua dell’esploratore italiano che indica il mare.

Il monumento, inaugurato nel 1888 sempre per l’Esposizione Universale, è alto 60 m.
Grazie ad un ascensore è possibile salire fino al belvedere e godere di un panorama a 360° su mare e città.
Barceloneta
Nell’itinerario di 72 ore a Barcellona, non può assolutamente mancare una bella passeggiata a Barceloneta: uno dei quartieri più caratteristici di Barcellona, famoso per le sue spiagge, i ristoranti di pesce e l’atmosfera vivace.

Questo ex quartiere di pescatori, è oggi una delle zone più amate da turisti e locali, perfetta per rilassarsi sul lungomare o per fare una bella passeggiata ammirando il cielo che si dipinge di sfumature rosee, proprio come ho fatto io.
Giorno 2: alla scoperta della Barcellona di Gaudì
Ovviamente il nostro itinerario di 72 ore a Barcellona deve passare, toccare e permetterci di ammirare le opere principali di Antoni Gaudì.

Quindi ci prendiamo tutto il secondo giorno del nostro viaggio a Barcellona da dedicare a questo architetto spagnolo straordinario, innovativo e visionario che ha cambiato la sua città nel profondo del cuore.
Infatti è anche grazie alle opere di Gaudì se Barcellona è diventata così famosa e attira artisti da tutte le parti del mondo.
Parco Guell
Dopo una ricca colazione, ci siamo diretti all’ingresso principale di Parco Guell dove appunto si trova la famosa fontana con il drago (noi l’abbiamo trovata in fase di restaurazione), diventata ormai uno dei simboli di Barcellona.



Parco Guell è stato costruito da Gaudì all’inizio del 1900, su richiesta del mecenate Eusebi Güell.
All’inizio doveva essere un complesso residenziale privato, ma poi è diventato un giardino pubblico nonostante al suo interno si trovi ancora una residenza privata.
Ti consiglio la visita di mattina presto, quando il parco è aperto da poco, ci sono pochi turisti e ti puoi godere una vista spettacolare su Barcellona dalla Piazza della Natura dove si trova la famosissima panchina ondulata ricoperta di mosaici in ceramica.


Avventurati nelle vie del parco e scopri come Gaudì sia riuscito a ricreare la natura attraverso l’architettura.
Ad esempio le colonne della Sala Ipostila ricordano i tronchi degli alberi all’interno di un bosco.

L’ingresso base al Parco Guell costa 18€ e ti consiglio di prenotare online la tua visita in anticipo.
Casa Vicens
Una volta uscita dal Parco Guell, ci siamo diretti alla tappa successiva del nostro itinerario di 72 ore a Barcellona, ovvero: Casa Vicens, la prima opera che ha lanciato Gaudì verso la sua meravigliosa carriera.

La casa fu realizzata tra il 1883 e il 1885 su richiesta di Manuel Vicens i Montaner, un ricco industriale di Barcellona che lavorava nel settore della ceramica.
L’intento era quello di costruire una residenza estiva per la sua famiglia nel quartiere di Gràcia, che all’epoca era ancora una zona indipendente e molto tranquilla, lontana dal caos della città.
Gaudì si ispirò alla natura che si trovava in quel posto per realizzare il progetto infatti la facciata di Casa Vicens è composta da piastrelle bianche e verdi ispirate ai fiori di garofano.
Io mi sono limitata ad osservare la casa da fuori, ma se vuoi è possibile entrare.
Il biglietto costa circa 18€, la visita dura al massimo un paio d’ore e al suo interno puoi trovare stanze riccamente decorate, dettagli architettonici unici e un percorso museale che racconta la storia dell’edificio e del suo celebre architetto.
Casa Batlò
Successivamente abbiamo proseguito il nostro itinerario di 72 ore a Barcellona entrando a Casa Batlò: la visita che abbiamo preferito di più di questo viaggio e che consigliamo assolutamente se non l’hai mai fatta.



Casa Batlò fu realizzata tra il 1904 e il 1906, ristrutturando un edificio preesistente su commissione dall’imprenditore Josep Batlló i Casanovas, un ricco industriale tessile.
Gaudí trasformò completamente l’edificio, dandogli un aspetto unico e innovativo, ispirato alle forme della natura e alle leggende catalane.
Il suo intento era quello di connettere le persone con il mare e dopo questa visita posso dire che c’è completamente riuscito.
Ogni dettaglio al suo interno richiama il mare, come ad esempio la forma delle finestre che ricordano dei pesci le cui branche sono le prese d’aria per l’intera casa.
La cosa strana durante la visita è che man mano che si salgono i piani sembra in realtà di scendere sempre più in profondità, negli abissi marini.



Noi abbiamo acquistato il biglietto silver (36€) per avere accesso alla guida in italiano, al tablet con la realtà aumentata e ad un’esperienza inclusiva ed immersiva dell’artista Refik Anadol che celebra la vita e il lavoro di Gaudì.
Casa Milà
Dopo essere uscita da Casa Batlò, abbiamo camminato giusto un centinaio di metri e siamo arrivati davanti all’iconica Casa Milà.
Conosciuta anche come “La Pedrera” (che significa “cava di pietra”) per via delle sue forme ondeggianti.


Gaudì costruì questa casa tra il 1906 e il 1912 su richiesta dall’imprenditore Pere Milà e sua moglie Roser Segimon che doveva diventare la loro residenza privata.
Casa Milà è conosciuta in tutto il mondo, è patrimonio dell’UNESCO dal 1988, per via dei suoi numerosi balconcini esterni ondulati che Gaudì ha progettato ispirandosi alle forme naturali creando così un’architettura organica ed innovativa.
Invece, la struttura interna è progettata attorno a un patio che permette una perfetta illuminazione naturale degli appartamenti.


Piccola curiosità: La Pedrera non rispettava neanche i regolamenti edilizi dell’epoca e Pere Milà dovette pagare una multa salata per ottenere il permesso di finire la costruzione.
Attualmente è un museo visitabile con mostre permanenti su Gaudì e sul Modernismo, ma non ti sappiamo dire altro anche perchè noi l’abbiamo osservata e ammirata solo dall’altro lato della strada.
Non avevamo tempo d’entrare, ci stava aspettando un’altra cosa…
Sagrada Familia
Gambe in spalla e via che ci siamo messi in marcia verso la Sagrada Familia.



Avevamo prenotato l’ingresso per le 17.15 pensando di poter ammirare il tramonto e i suoi riflessi di luce penetrare all’interno della basilica attraverso le finestre colorate.
Purtroppo, non avevamo previsto il brutto tempo, ma comunque abbiamo avuto tutto il tempo necessario (chiude alle 19) di ascoltare la versione lunga dell’audioguida, fare foto e ammirare ogni piccolo dettaglio.
Cioè, non proprio ogni piccolo dettaglio, perchè altrimenti saremmo ancora dentro… eh si, qui Gaudì ha dato il meglio di sé nella progettazione.
La costruzione della chiesa è iniziata nel 1882 e la sua conclusione è prevista nel 2026, proprio in occasione del centenario della morte di Gaudì.
Abbiamo prenotato la visita sul sito ufficiale, spendendo 26€ e avendo incluso nel biglietto l’app ufficiale da cui poter scaricare e ascoltare le varie guide in italiano.
IMPORTANTE: ricordati di portarti le tue cuffie per viverti al meglio la visita rispettando i tuoi ritmi. Io uso questi auricolari wireless davvero comodi per quando viaggio perchè hanno una buona tenuta di batteria e sono piccoli.
Giorno 3: alla scoperta degli ultimi scorci su Barcellona
Arrivati nell’ultimo giorno del nostro itinerario di 72 ore a Barcellona, consapevoli delle corse fatte nel giorno precedente e considerando anche che avevamo solo mezza giornata, abbiamo optato per una bella passeggiata al Parco della Ciutadella.

Questo Parco si trova nel quartiere El Born e fu realizzato tra il 1872 e il 1888 su progetto dall’architetto Josep Fontserè, con la collaborazione di un giovane Antoni Gaudí.
Questa oasi di verde venne costruita sul terreno della vecchia cittadella militare borbonica (da cui il nome), costruita da Filippo V nel 1714 dopo la Guerra di Successione Spagnola.
La cittadella era odiata dai catalani perché rappresentava il dominio borbonico sulla città, quindi fu demolita nel 1869.
Passeggiando in questi 17 ettari di terreno ti consigliamo di vedere assolutamente:
- la cascata monumentale al cui centro si trova la statua dorata di Aurora su un carro trainato da cavalli alati;
- la statua a grandezza naturale del Mammut preistorico, famosa per essere una tra le prime sculture pubbliche a tema animale a Barcellona;
- un vecchio edificio rimasto della Ciutadella che oggi è la sede del Parlamento della Catalogna;
- il castello dei 3 draghi: un altro edificio modernista costruito sempre in occasione dell’Esposizione Universale dove doveva essere un semplice punto ristoro, ma oggi è diventato un museo zoologico



Conclusione
Caro viaggiatore, ecco il nostro itinerario di 72 ore a Barcellona!
Come promesso all’inizio, hai visto che seguendo un itinerario ben programmato sei riuscito a vedere tutte le attrazioni principali di Barcellona in meno di 3 giorni?
Siamo contenti di averti accompagnato in questo viaggio e speriamo che i nostri consigli siano stati utili.
Se dovessimo esprimere un pensiero personale su questo viaggio Barcellona diremmo che ci vogliamo assolutamente tornare per godercela con più sole e più caldo, il clima freddo di questi 3 giorni ci ha davvero disturbato!
Sicuramente nel mio prossimo viaggio in questa metropoli, però, ci concentreremo su punti più naturalistici e curiosità insolite poco conosciute al turismo di massa.
Quindi per non perderti le nostre prossime avventure ti consiglio di seguirci sui nostri social (Instagram e Youtube) e iscriviti alla nostra Newsletter per contenuti esclusivi ogni mese (no spam, promesso).
Grazie per aver letto fino a qui
ci vediamo nella prossima avventura a piedi
ti mandiamo un abbraccio
Bel&Fol
PS Siccome stai per andare in Spagna, magari potresti voler cercare informazioni anche su Valencia o Ibiza?