Hai presente quando ti senti dire “il viaggio apre le mente”?
Ecco, bello eh, ma c’è un problema: IO HO PAURA DI VIAGGIARE!
Cioè, questo è quello che pensavo fino a qualche giorno fa, ma fammi spiegare meglio…
Uscire dalla zona di comfort mi agita e per questo non ho mai esplorato il mondo più di tanto.
Ho letto, su un qualche libro di psicologia, che la vocina allarmante nella nostra testa è un meccanismo di difesa ereditato dai nostri antenati per sopravvivere.
Oggi, però, questo allarme non sa più distinguere cosa sia davvero pericoloso per noi e così suona anche quando non necessario.
Dimmi quante volte hai rinunciato a far qualcosa perchè avevi paura?
ASSURDO, IO NON CI STO!
Ho trent’anni, sono grande e voglio vedere nuovi orizzonti, respirare nuovi odori, gustare nuovi sapori e camminare su nuove strade!!
Così sull’onda di tutto questo pensiero superpositivo ho prenotato un viaggio a Malta insieme a Fol!!!!
(Se sei nuov* da queste parti, puoi leggere la nostra storia in questo articolo)
Ancora non lo sapevo, ma Malta sarebbe diventato il mio viaggio 0, ma facciamo un passo alla volta!
La notte prima di partire ero molto agitata, non riuscivo neanche ad addormentarmi, il mio allarme si era attivato.
Un turbinio di pensieri negativi mi stava riempiendo la mente:
me la stavo letteralmente facendo sotto!!
Poi mi sono ricordata del cartone animato della Disney “Luca”, dove un ragazzino prima di buttarsi giù per una montagna in sella alla bici ha semplicemente urlato: “Silenzio Bruno!”.
Bruno, la voce nella sua testa, gli diceva che sarebbe stato pericoloso, ma lui ha deciso di zittirlo preferendo vivere un momento di felicità e spensieratezza.
A tutti suona la sirena del pericolo, ma è come rispondiamo che ci distingue.
Così ho provato a ragionare e mi sono ricordata che, per le statistiche, l’aereo è il mezzo più sicuro, non ero sola e neanche in qualche angolo sperduto del mondo…insomma potevo star tranquilla!
La mattina mi sono svegliata molto agitata, ma era quella sana adrenalina pre partenza:
non vedevo l’ora di vivere questa nuova avventura!
Mi sono rilassata solo quando, guardando fuori dal finestrino, ho visto una distesa di soffici nuvole bianche che cambiava velocemente forma, illuminate da un’accecante palla bianca in lontananza.
Qui ho realizzato: sto superando la mia paura e sono orgogliosa di me stessa!
Non volevo più scendere, quest’emozione mi stava scorrendo nelle vene, come una droga, e io ne ero completamente assuefatta!
Una volta atterrati a Malta mi sono meravigliata di come un’isola così vicino a casa poteva essere tanto diversa!
L’aria profumava di spezie, le case bianche e beige spiccavano nei campi di terra rossa e c’era pochissimo verde!
Nel giro di 24 h mi sono ritrovata con lo zaino in spalla a macinare chilometri su chilometri, lungo stradine sperdute verso un tramonto mozzafiato.
Mentre il sole si preparava a cadere a capofitto nel mare, pronto ad accendere nuove terre, mi sono resa conto di quanto tempo avevo perso per colpa della paura.
Un sentimento di tristezza si stava espandendo dal mio cuore al resto del corpo, ma in quel preciso istante ho sollevato gli occhi e ho visto il sole immergersi nell’acqua.
Scendeva lentamente, un millimetro alla volta, stava tentennando, quasi volesse consolarmi.
Il vento, allora, ha iniziato ad accarezzarmi la pelle dolcemente e lì ho capito che non avevo sprecato niente: tutto il mio passato era stato necessario per farmi arrivare lì e realizzare che avevo ancora tutta la vita davanti per scoprire il mondo intero.
A questo punto, il sole, poteva sparire serenamente nell’orizzonte perchè sapeva che dentro di me si erano finalmente spezzate le catene: la mia parte viaggiatrice era libera.
Dal giorno successivo ho iniziato a scoprire Malta con uno spirito diverso: bramavo avventure, ricordi da poter incidere nella mia mente per sempre.
Nei primi giorni abbiamo visitato Mdina, Rabat, La Valletta, Vittoriosa, Cospicua e Senglea.
Le città sono ricche di storia e strettamente legate alle vicende dei Templari, però le ho trovate anche molto simili tra loro: case in pietra calcarea con il tetto piatto, vicoli stretti, porte colorate e tante chiese..
Poi finalmente abbiamo esplorato la costa ed è stata in questa seconda parte del viaggio che mi sono innamorata ancora di più dell’isola.
Non avevamo una meta predefinita, semplicemente alla sera, prima di addormentarci, guardavamo google maps e sceglievamo una destinazione.
Ci spostavamo principalmente in autobus e a piedi.
Mi sentivo felice, libera e orgogliosa di me stessa.
Non ti nego che ci sono state volte in cui la paura ha provato ad incatenarmi ancora.
Ad esempio, una mattina volevamo raggiungere Imgiebah Beach, ma quando siamo scesi dal bus, eravamo in mezzo ad una tangenziale.
In un attimo il mio allarme si è attivato: P E R I C O L O !!!!!
Ci siamo infilati in una stradina secondaria e abbiamo iniziato a camminare. La strada è diventata un sentiero a picco sul mare.
Più proseguivamo, più ero in panico!
Seguivamo il percorso su google maps, sapevamo esattamente dove eravamo e come arrivare alla meta, ma la mia vocina non taceva un secondo!
In lontananza ho visto una ragazza che correva con due cani e lì ho capito di essere al sicuro, non tanto perchè c’era un’altra persona (anche perchè ero insieme a Fol), ma semplicemente perchè ero davvero su un sentiero e non mi stavo inventando una strada.
Pian piano l’allarme è rientrato e io ho iniziato ad apprezzare tutto quello che avevo intorno!
La linea dell’orizzonte era ben netta in lontananza: l’azzurro del cielo correva parallelo al blu profondo del mare.
Le onde danzavano lentamente verso la riva, si godevano ogni increspatura, ogni movimento, ogni istante prima del grande finale.
Attimo dopo attimo si caricavano sempre di più finchè si scagliavano con tutta la loro forza contro le rocce color sabbia, ormai levigate dall’acqua negli anni.
Continuiamo a camminare e dalle scogliere passiamo alla sabbia tendente al rosso, soffice, calda, fine che si compatta ad ogni nostro passo.
Qui il mare è cristallino e abbraccia la spiaggia formando una schiuma bianca.
Le onde si allungano lentamente e si ritirano velocemente, come se volessero rendere eterno questo collegamento tra terra e acqua.
Iniziamo a salire lungo il sentiero e noto in lontananza un pescatore che pazientemente aspetta che il mare gli doni il pranzo.
Per l’ennesima volta stavo per perdermi tutto questo a causa della paura.
Malta mi ha fatto capire quanto è costoso dal retta alla paura, proprio per questo l’ho definita “il mio viaggio 0”, ovvero il viaggio che mi ha cambiato la vita.
Quest’isola mi ha insegnato a perdermi nei campi, a correre per arrivare in tempo per il tramonto, a scoprire nuovi sapori e a parlare con estranei in inglese.
Anzi, a dir la verità, è proprio perchè abbiamo parlato con gente sconosciuta che ho appreso altre due lezioni a Malta.
Javed, un autista di taxi, ha cancellato la mia paura di fallire ricordandomi che nessuno è perfetto e che nella vita tutto è possibile.
Invece, una ragazza francese con un semplice “c’est la vie” mi ha rammentato l’importanza della gratitudine.
Concludendo mi voglio rivolgere proprio a te, che come me, hai paura di uscire dalla zona di comfort: la nostra mente, pur di proteggersi, cercherà sempre di farci fare quello che per lei è più sicuro, ma noi non siamo la nostra mente.
Per superare i momenti difficili e di sofferenza che la vita ci impone abbiamo bisogno di emozioni positive, sentimenti felici e soprattutto di ricordi che ci facciano brillare gli occhi.
Tutto questo non lo puoi trovare dentro la tua zona di comfort che conosci a memoria.
Supera i tuoi limiti, sconfiggi le tue paure e amplia la tua safe zone.
Per farlo, ti consiglio di viaggiare perché il viaggio apre la mente, ora lo so.
Grazie Malta, a presto.
Bel