Ciao Viaggiatore FVR, prepara zaino e scarponcini perchè oggi ti portiamo a spasso nell’Alta Val Fellicarolo al Bivacco Gran Mogol… Sei curioso?
Scopri tutto quello che c’è da sapere su questo rifugio abbandonato e sul territorio in cui cammineremo nella prima parte dell’articolo.
Continua a leggere per venire con noi nel nostro trekking ed ottenere così tutte le informazioni necessarie per ripetere quest’escursione.
Per ultima cosa, ma non meno importante, a fine articolo troverai la TRACCIA GPX di tutto il trekking.
Mentre sistemi le ultime cose per partire insieme, lascia che ci presentiamo se è la prima volta che ci leggi: noi siamo Bel & Fol, abbiamo cambiato vita e ora viviamo Fanano!
Abbiamo fatto questa scelta perchè amiamo la pace della montagna, il contatto con la natura ci rende felici e vogliamo rallentare il più possibile il ritmo delle nostre vite.
In questo blog e in tutti i nostri social raccontiamo la nostra vita giorno per giorno, un’escursione dopo l’altra e trasmettiamo i nostri valori che sono racchiusi nella nostra Filosofia FVR.
Dai, allora sei pronto per scoprire il Rifugio Gran Mogol? Continua a leggere.
Bivacco Gran Mogol e Appennino: info generali
Prima di addentrarci nell’escursione, ci teniamo a darti alcune informazioni sul bivacco e sul territorio in cui cammineremo.
Perchè?
Siamo sicuri che questo ti permetterà di apprezzare fino in fondo l’intera esperienza e di osservare tutto ciò che ti circonda con occhi diversi.
Innanzi tutto:
dove cammineremo?
Oggi scopriremo una zona che si sviluppa ad est del Monte Cimone e ad ovest del Passo del Colombino: la Val Fellicarolo.
Fellicarolo si trova a 922 m s.l.m., è una frazione di Fanano ed è abitato solo da 48 abitanti.
Questo piccolo borghetto fu nominato per la prima volta nel 1169 da Gizardino da Garfagnolo negl’atti notarili in cui cedeva tutti i suoi beni alla Chiesa prima del suo pellegrinaggio in Terra Santa.
Da Fellicarolo prende il nome anche la valle in cui si trova e il torrente che l’attraversa.
Il Torrente Fellicarolo nasce dal Libro Aperto, scendendo aumenta il suo volume e prende il nome di Torrente Doccione. Oggi famoso per le Cascate del Doccione.
Ora che abbiamo parlato del territorio, è il momento di chiederci:
cosa vedremo?
La meta della nostra escursione è il Bivacco Gran Mogol posto a 1326 m s.l.m.
Il Gran Mogol è stato realizzato recuperando, a fine anni ‘80, l’unica casa rimasta in piedi del borgo di Serralta di Qua nell’Alta Val Fellicarolo.
Il rifugio è dedicato a Graziano Ferrari: grande alpinista, primo emiliano a diventare guida alpina nel 1984 e purtroppo morì a seguito di una valanga sul Cimone l’anno dopo.
Graziano veniva chiamato “Gran Mogol”, da qui il nome del bivacco.
Attualmente al Gran Mogol non è possibile entrare e bivaccare, ma soltanto godersi la tranquillità e la serenità che il posto sa regalare.
Prima di proseguire con l’escursione, ci teniamo a ringraziare il gruppo trekking di “La Via dei Monti” per averci aiutato a reperire tutte le informazioni che ti abbiamo appena trasmesso.
Ora che sei ben informato, è il momento di iniziare il nostro vero e proprio trekking!
Il trekking verso il Bivacco Gran Mogol: dettagli tecnici
PARTENZA: Rifugio Taburri
ARRIVO: Rifugio Taburri
DISTANZA: 7,53 km
DISLIVELLO: elev.+ 346 m, elev.- 345 m
DIFFICOLTA’: E (T= turista, E= escursionista, EE= escursionista esperto, EEA= escursionista esperto attrezzato)
RIFORNIMENTO D’ACQUA: si (Rifugio i Taburri e Fonte)
PER CANI: si
PANORAMICO: si
TRACCIATO: si
Il nostro trekking verso il Bivacco Gran Mogol
Il nostro trekking inizia dal Rifugio i Taburri, dove possiamo lasciare la macchina nel parcheggio gratuito.
Lasciandoci il rifugio sulla destra imbocchiamo la salita, superiamo la casa con gli scuri rossi e al primo bivio manteniamo la sinistra seguendo il Sentiero CAI 445 in direzione Rifugio Gran Mogol.
Attraversiamo il Torrente Doccione, proseguiamo camminando sul fianco del Monte Serucca e continuiamo dritto anche al bivio successivo.
Se, invece, in questo bivio mantieni la sinistra sali sul Monte Serucca intraprendendo il Sentiero CAI 433 e arrivi al Libro Aperto.
Continuando sul nostro Sentiero CAI 445 arriviamo ad un punto panoramico sull’intera Val Fellicarolo e sul crinale del Cimoncino, Pian Cavallaro e Cresta del Gallo.
Quando arriviamo a questa terrazza naturale, sulla nostra sinistra troveremo due sentieri, noi proseguiamo mantenendo la destra e quindi scendiamo nella faggeta.
Torniamo a fiancheggiare il letto di un torrente, lo superiamo e proseguiamo lungo la salita a destra.
Da qui inizia un piccolo pezzo in salita, ma tranquillo siamo quasi arrivati al Rifugio Gran Mogol.
Continuiamo a salire seguendo il Sentiero CAI 445, lasciandoci sulla destra l’imbocco del Sentiero CAI 435.
Dopo poco arriviamo alla fonte del Torrente di Serralta di Quà, l’acqua è potabile e molto rinfrescante.
Continuiamo il nostro trekking e dopo pochi metri avremo il Bivacco Gran Mogol sulla destra.
Come anticipato, il bivacco non è accessibile, ma noi abbiamo approfittato del sole e della pace del bosco per goderci una bella tazza di the caldo che ci siamo portati da casa.
Pausa the finita, che dici? Ripartiamo?
Per scendere ripercorriamo un pezzo del Sentiero CAI 445 che abbiamo appena fatto fino all’incrocio con il Sentiero CAI 435.
Imbocchiamo il Sentiero CAI 435 che ripercorre una vecchia mulattiera chiamata anche Malpasso.
Vuoi sapere una cosa curiosa?
In questo pezzo di sentiero si sente il rumore dell’acqua provenire da due parti opposte: il Fosso di Serralta di Qua a sinistra e il Doccione a destra.
Il rumore dell’acqua è così forte che non c’è più spazio per i pensieri nella testa.
La mia mente si riempie solo del rumore dell’acqua che scende a valle e scorro insieme a lei giù per il Malpasso.
Cado quasi in una sorte di meditazione dove l’acqua è l’elemento principale, il mio corpo si muove seguendo solo il respiro e gli occhi si fanno piccoli per guardare il sole che s’intravede tra un ramo e l’altro.
La natura ha proprio questo potere di ammaliarmi fino a rendermi dipendente.
Immersa completamente in questo benessere, non mi rendo conto di un sasso appuntito che sbuca dal terreno, inciampo, non cado, ma mi ricordo che non sono acqua e devo prestare attenzione a dove appoggio i piedi.
Continuiamo lungo il Malpasso fino a riattraversare il Torrente Doccione e lasciarci alle spalle una delle casette più carine e serene che abbiamo mai visto fino ad ora.
Proseguiamo lungo il Sentiero CAI 435 e arriviamo alla strada asfaltata che da Fellicarolo porta al Rifugio Taburri.
Prendiamo questa strada, attraversiamo il borghetto di case che prende il nome di Casuglie fino ad arrivare alle Cascate del Doccione.
A questo punto, per tornare alla macchina, abbiamo una duplice scelta:
- intraprendere il Sentiero CAI 431 che ci porta ai piedi delle Cascate e poi, sempre seguendo il sentiero, saliamo lungo la faggeta fino all’inizio del salto delle Cascate. Questo pezzo in salita è lungo circa 25 m, ma è il più intenso a livello di pendenza di tutta l’escursione;
- continuare lungo la strada asfaltata che in poco più di venti minuti ci riporta al Rifugio i Taburri
Noi abbiamo intrapreso la strada più ripida, ma prima ci gustiamo la pace alle Cascate del Doccione!
Dopo questa breve pausa, ripartiamo seguendo le indicazioni prima per il Sentiero CAI 431 e poi seguiamo la strada per il rifugio indicata dal cartello di legno.
Ma tu lo sai che storia hanno questi cartelli di legno sparsi nella Val Fellicarolo?
Tutti questi cartelli sono stati creati a mano dal Signor Mesil, ovvero Missile: un signore di Fellicarolo che ottenne questo soprannome da bambino, quando correva su e giù per le montagne veloce come un missile.
Ecco Viaggiatore FVR, con questa ultima chicca, si può dire che ora sai davvero tutto su questo trekking e sul suo territorio.
Come promesso all’inizio, ti lasciamo la TRACCIA GPX che puoi scaricare gratuitamente e sfruttare per poterti orientare quando ripercorrerai questo trekking.
Se, oltre a leggere di questo percorso, vuoi fartene anche un’idea attraverso altri nostri contenuti, ti lascio qua sotto il video sul nostro canale YouTube.
Noi ora ci concediamo un buon pranzetto a base di polenta e tortelloni al Rifugio i Taburri, insieme a Stefano, il proprietario.
Ah! A proposito di cibo: in questo articolo ti consigliamo dove mangiare in Appennino!
Conclusioni
Ok Viaggiatore, siamo arrivati alla fine di questo trekking, per noi è stato il primo da quando viviamo qui a Fanano ed è stato proprio il coronamento di un sogno, non tanto per l’escursione in se, ma per l’emozioni che abbiamo provato.
Abbiamo fatto questa escursione durante la settimana, in un orario che fino a qualche mese prima ci avrebbe visti al centro della nostra giornata lavorativa.
Invece, proprio come desideravamo quando abbiamo scelto di mollare tutto e trasferirci in montagna, ora possiamo permetterci di godere della pace, serenità e tranquillità della natura quando vogliamo noi.
Tenere tra le mani fredde la tazza di alluminio calda, sorseggiare il the lentamente e assaporarlo lentamente mentre i nostri occhi si perdono tra i diversi colori della natura ci fa capire che il futuro non è scritto, ma siamo noi a costruirlo giorno dopo giorno, scelta dopo scelta e noi abbiamo deciso il nostro.
Ma ora torniamo a noi, taggaci nei tuoi post o nelle tue storie quando ripercorrerai questo trekking!
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Grazie per averci dedicato il tuo tempo ed averci accompagnato anche in questa escursione.
TI MANDIAMO UN GROSSO ABBRACCIO VIRTUALE
Buona mattinata, Buon pomeriggio, Buona serata… BUON TUTTO 🙂
1 commento su “Bivacco Gran Mogol: trekking facile in Appennino”